Dopo oltre dieci anni dal disegno di legge delega, frutto del lavoro della Commissione Rodotà e dopo oltre sette anni dal referendum del 2011, meglio conosciuto come “referendum per l’acqua pubblica”, la situazione che viviamo è quella di un Paese che continua ad essere sempre di più esposto al rischio che il neoliberismo, con i suoi strumenti di privatizzazione selvaggia di ogni bene e servizio pubblico, affondi il colpo finale. Possiamo quindi dirci consapevoli che l’azione popolare, quella che in attuazione della Costituzione ci chiama ad esercitare la nostra sovranità, sia quanto mai urgente; e che si è accumulato certamente un ritardo che va recuperato. In questo contesto si inquadra l’iniziativa promossa dai componenti della Commissione Rodotà che viene portata avanti dal Comitato Popolare di Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà”. L\’iniziativa si prefigge l\’obiettivo di riportare al centro del dibattito nazionale l’intera questione dei beni comuni, riprendendo il testo originale del disegno di legge Rodotà e trasformandolo in un’iniziativa di legge popolare: un testo storico cui la società civile e la giurisprudenza stessa devono molto. Dalla sezione romana del Comitato nasce l\’Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà.