Pubblichiamo il documento di sintesi delle riflessioni e proposte scaturite dall’incontro del 24/02/2024 presso il Salone d’Onore della Basilica S. Maria in Cosmedin – Roma
La giornata di lavori si è articolata in cinque sessioni tematiche, focalizzate su diversi aspetti cruciali per la costruzione della pace.
- Dialogo interreligioso e interculturale: La prima sessione ha enfatizzato l’importanza della “convivencia”, un concetto medievale spagnolo che rappresenta la coesistenza pacifica di cattolici, musulmani ed ebrei sotto un unico governo. Le religioni, un tempo causa di conflitti, ora esortano le autorità a rifiutare la guerra.
- Diplomazia e diritto umanitario internazionale: Questa sessione ha evidenziato la crisi della diplomazia e del diritto umanitario, con un focus particolare sugli eventi di Gaza. La Corte Internazionale di Giustizia e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno emesso risoluzioni ignorate da Israele, dimostrando un doppio standard rispetto alla reazione rapida contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.
- Diversità: La sessione ha esplorato il legame tra violenza di genere e violenza generale. Le ecofemministe hanno fatto appello ai leader per trovare soluzioni negoziali ai conflitti, criticando l’affidamento sulle armi.
- Decolonizzare i rapporti internazionali: Questa parte ha discusso le connessioni tra guerre, ingiustizie, flussi migratori e diritti delle minoranze. Il colonialismo storico e la superiorità occidentale hanno causato sfruttamento e conflitti. Le attuali politiche neo-coloniali limitano i diritti delle persone del Sud globale.
- Disarmare la terra e le economie: L’ultima sessione ha analizzato gli impatti ambientali ed economici delle guerre, sottolineando che le forze armate sono responsabili di una significativa percentuale delle emissioni globali di CO2. Le guerre riducono il PIL e aumentano l’inflazione, colpendo duramente le popolazioni più povere.
Sottolineiamo il richiamo all’urgenza di ripudiare la guerra come primo bene comune fondamentale, citando una lettera di Lev Tolstoj che esorta a rinunciare al patriottismo e all’uso delle armi per abbracciare una vita fraterna.
“La salvezza dell’Europa, di tutto il mondo cristiano, non si ottiene imbracciando le armi come i briganti, come nel quadro di Guglielmo II, non si ottiene attraversando i mari per uccidere i nostri fratelli, ma al contrario gettando via quel retaggio di vecchie barbarie che è il patriottismo. E dopo avervi rinunciato con il disarmo, saremo per le nazioni orientali un esempio: non di patriottismo selvaggio e di ferocia, ma di vita fraterna, quella che ci è stata insegnata da Cristo.”